Alfredo Bellucci assolto da denunce per truffa e diffamazione (accade sui social).

Non sarà la prima e nemmeno l'ultima volta che le discussioni sui Social sono teatro di conflitti che finiscono in tribunale.

Alfredo, come ogni altra persona che si occupi di indagare e divulgare per smascherare illeciti (o errori, nel migliore dei casi), è un soggetto a rischio: si pensi solo al numero di auto schilometrate che ha intercettato e documentato in questi anni... Facile immaginare a quanti privati o rivenditori di auto furbetti abbia rovinato la giornata, per così dire.

Tra loro c'è chi ha tentato di intimidirlo con accuse o anche offese nei commenti ai suoi post, e chi è andato oltre.

Come racconta nel video, infatti, Alfredo è stato accusato sia in sede civile che penale, di diffamazione e di truffa.

Le accuse non hanno retto sin dall'inizio ed è stato assolto nel 2021. Ma gli accusatori, non soddisfatti, hanno deciso di proseguire in secondo grado ed il risultato finale, in questi giorni, è stato di totale assoluzione.

Respinto ogni altro appello, perché, come dice la sentenza, il fatto non sussiste.

Oltre a quanto si comprende dal video, vogliamo qui sottolineare alcuni aspetti della vicenda.

Sotto accusa anche la viralità dei video e post

Quando Alfredo pubblica un video o anche un post testuale, riceve solitamente un alto numero di visualizzazioni e commenti (esempio recente, questo video sul tema dei finanziamenti alle auto, ha avuto in 4 giorni, 1.500.000 di visualizzazioni su Tik Tok e 700.000 sulla Pagina Facebook).

Nelle accuse presentate al Tribunale Civile, si legge che la viralità raggiunta - in questo caso dal post che ha dato luogo alla denuncia - sarebbe frutto di "artefatti informatici". Scusate se ci viene da ridere anche se la faccenda è piuttosto seria per chi la vive in prima persona ma, come tutti possono constatare, la partecipazione spontanea della community ai post di Alfredo è la prova della natura organica delle sue views e chi non ne fosse convinto può sempre indagare sui soggetti che commentano e su che cosa dicono, non ci vuole molto. I BOT o i follower a pagamento hanno profili falsi e non commentano, se lo fanno è per mettere un link di spam o una frase "programmata", ma non sono in grado di partecipare alle conversazioni.

La popolarità di Alfredo non va bene 😀

Altro particolare che ha dato molto fastidio alla parte "attrice" (nella sentenza viene così definita la persona che presenta le accuse) è stata la popolarità di Alfredo che, citando letteralmente: "compare su Striscia la Notizia e si fa fotografare con..." (tralasciamo il resto), lasciando ad intendere che Bellucci sia semplicemente uno che si vuol far vedere e che usa la sua popolarità per screditare persone oneste.

Peccato che la suddetta parte attrice, oltre ad avere volutamente travisato la vicenda occorsa sulla Pagina Facebook, si sia anche documentata poco e male sulla professionalità di Alfredo, altrimenti avrebbe scoperto che è consulente per Mediaset ma, fra gli altri, anche per la Procura di Bergamo, sul tema delle truffe nel settore delle auto usate.

Il valore aggiunto nella sentenza di assoluzione

Essere scagionati da false accuse è sempre una soddisfazione. Ma qui c'è anche altro, in entrambe le sentenze si sottolinea la condotta totalmente regolare di Alfredo come amministratore della community su Facebook, che mai incoraggia commenti offensivi o accuse arbitrarie. Le sue ricerche su annunci errati o truffaldini, lui le documenta. E quando sono i follower a denunciare truffe e contraffazioni, non accende gli animi, ma si presta - oppure esorta i presenti - a fare ulteriori indagini che mostrino dati indiscutibili.

La sentenza civile, infine, sostiene l'importante funzione sociale della corretta divulgazione e dello scambio di informazioni su rischi di truffe, in questo caso, perché "..un'economia sana si deve basare su comportamenti trasparenti, in grado di generare un circolo virtuoso di concorrenza leale".

Il nostro impegno collettivo di rivenditori e automobilisti della community, nell'indagare e confrontarci, non può essere descritto meglio di così e la conclusione di questa vicenda rafforza la nostra determinazione a continuare su questa linea.

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