AUTO USATE VENDUTE COME NUOVE 

13 indagati, 26 truffati, oltre 2 milioni di chilometri “spariti” dai contachilometri


LA SCENA INIZIA COSÌ: IL SOGNO DI UN AFFARE 

Un padre entra in concessionaria con il sogno di fare un buon affare.

Davanti a sé, un’Audi A6 lucida, interni perfetti, poco più di centomila chilometri: “Unico proprietario, tenuta benissimo”.

Stringe la mano al venditore, firma, paga.

Tre mesi dopo, il meccanico gli mostra la verità: quella macchina aveva oltre 400 mila chilometri.

Non era un affare. Era un inganno.


IL MECCANISMO DELLA TRUFFA: COME TRASFORMARE UN CATORCIO IN “OCCASIONE” 

È esattamente quello che è accaduto a ventisei persone, beffate da una rete di truffatori smascherata dalla Polizia Stradale di Treviso.

Un gruppo di tredici individui, tra cui un tecnico informatico, aveva messo in piedi un sistema preciso: acquistavano auto molto usate, le “ripulivano”, ne riducevano elettronicamente i chilometri, e le rimettevano sul mercato come “seminuove”.

Il risultato?

Oltre 2 milioni e mezzo di chilometri cancellati, 26 acquirenti truffati e 80 mila euro di guadagni illeciti.

Il caso simbolo è proprio quello di quell’Audi A6, “ringiovanita” di quasi 300 mila chilometri — da 409.900 a 127.541.


AUTO RINGIOVANITE, PORTAFOGLI INVECCHIATI

Immagina che qualcuno prenda un paio di scarpe vecchie, le lucidi, cambi i lacci e cancelli il numero di passi dal contapassi.

Ora sembrano nuove, ma dentro sono consumate.

Ecco cosa fanno i truffatori delle auto: resettano i chilometri, vendendoti un’illusione di affidabilità.

Una bugia elettronica che trasforma la ruggine in occasione.


IL VERO DANNO: NON SOLO SOLDI, MA FIDUCIA

Questa non è solo una truffa economica, è una ferita alla fiducia.

Ogni contachilometri manomesso ruba sicurezza, credibilità e valore al mercato dell’usato.

Chi compra un’auto “truccata” non perde solo denaro: rischia di viaggiare su un mezzo logoro, potenzialmente pericoloso.

E allora la domanda resta:

com’è possibile che nel 2025 accadano ancora simili frodi?

La risposta è amara:

  • troppi controlli formali e pochi sostanziali;
  • troppi intermediari senza scrupoli;
  • troppa voglia di “affari facili”.

Dietro ogni truffa così, ci sono due responsabilità: quella di chi manipola e quella di chi compra senza verificare.


POLSTRADA: PAZIENZA, TECNICA E RIGORE 

Un ringraziamento va alla Polizia Stradale di Treviso, che con indagini puntuali ha smascherato il gruppo criminale e avvisato le vittime del potenziale rischio meccanico.

Un lavoro esemplare che dimostra quanto l’azione delle forze dell’ordine resti fondamentale per tutelare i cittadini e la sicurezza su strada.


TENERE ACCESO IL FARO DELL’INFORMAZIONE

Questi fatti non devono essere dimenticati dopo un giorno di cronaca.

Servono per tenere alta l’attenzione e alimentare la consapevolezza.

Perché la prima difesa del cittadino non è la legge: è l’informazione.

Sapere come funzionano queste truffe significa ridurre la probabilità di caderci.


LA LEZIONE: NON CERCARE L’AFFARE, CERCA LA TRASPARENZA

Quando acquisti un’auto usata, non fermarti alla lucentezza della carrozzeria o al prezzo “imperdibile”.

Controlla la storia, i documenti, il chilometraggio, la provenienza.

Affidati solo ad aziende serie, con processi chiari e verificabili.

Il vero affare non è risparmiare qualche euro: è comprare fiducia.

Fonte

https://www.tribunatreviso.it/cronaca/auto-usate-vendute-nuove-tredici-indagati-polizia-stradale-treviso-i87lybos

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