Dalle truffe online alle truffe su quattro ruote
Le truffe non si inventano più: si generano.
Un tempo servivano hacker esperti. Oggi bastano pochi euro per scaricare una Dark AI, un’intelligenza artificiale “senza morale” in grado di creare annunci falsi, email perfette e video credibili in pochi secondi.
Sul dark web circolano nomi come WormGPT, FraudGPT o DarkBard: software capaci di scrivere testi impeccabili, imitare la voce di un venditore o costruire identità digitali finte ma convincenti.
Chiunque può sembrare un concessionario serio, un importatore affidabile o un privato “che deve vendere in fretta”.

Nel mondo dell’usato, la Dark AI ha moltiplicato i raggiri:
Il risultato?
Anche l’automobilista più attento può finire dentro una trattativa fantasma, convinto di parlare con un professionista, mentre dall’altra parte c’è solo un algoritmo.

La Dark AI non ruba solo dati: ruba fiducia.
E quando la fiducia salta, salta tutto il mercato.
Ogni offerta perfetta, ogni “occasione irripetibile” può essere un’illusione creata da una macchina che conosce le tue paure e i tuoi desideri meglio di te.
La Dark AI è la nuova truffa con un volto umano.
Non si limita a rubarti i soldi: ti toglie la certezza di sapere con chi stai parlando.
Per questo, oggi più che mai, serve una rete di professionisti e cittadini che facciano scudo con la trasparenza.
Perché la tecnologia può ingannare, ma la fiducia — quella vera — resta la miglior difesa.

Alfredo Bellucci – NPXC
“Noi siamo fiducia.”